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Un ragazzo d'oro

 

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cast e crew

Director:   Pupi Avati
Producer:   Antonio Avati
Flavia Parnasi
Cast:   Riccardo Scamarcio
Sharon Stone
Cristiana Capotondi
Giovanna Ralli
Christian Stelluti
Osvaldo Ruggieri
Tommaso Ragno
Script:   Pupi Avati
Tommaso Avati
Camera:   Blasco Giurato
Editing:   Luigi Capalbo
Sound:   Alessandro Doni
Music:   Raphael Gualazzi
Production Design:   Marinella Perrotta
Costume Design:   Beatrice Giannini
Flavia Liberatori

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galleria immagini

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produzione & uscita

uscita film CH-I: 20.11.2014
produzione: Italy, 2014
durata: 95min.
SUISA: 1010.514
Età legale: 16/14 anni
Genre: Dramma

distributore film

Morandini Film
Via V. Vela 21
6850 Mendrisio
http://www.mfd.ch/

 


trama

Davide Bias scrive racconti brevi e conta i passi che lo separano dall'alienazione. Uno stato di disagio persistente che reprime con gli psicofarmaci e gestisce con una fidanzata confusa e un lavoro da creativo in un'agenzia pubblicitaria. Figlio di Achille Bias, uno sceneggiatore di B movie, Davide non riesce a doppiare suo padre, che muore all'improvviso in un incidente automobilistico. L'avvocato dell'assicurazione, chiamato a indagare sulla dinamica della sciagura, è convinto che si tratti di suicidio. La dichiarazione getta nello sconforto Davide che adesso vuole capire chi sia l'uomo che ha passato la vita ad odiare. La ricerca senza freni e farmaci lo porterà alla verità e al tracollo emotivo.
Non è facile riconoscere i doni lasciati in eredità dai padri, trasformare in patrimonio la loro acqua di colonia, come il protagonista di Avati, o il pennello da barba, come nel romanzo più dolente di Philip Roth. Con uno sguardo ancora una volta rivolto agli affetti del tempo che fu, Pupi Avati realizza l'ennesimo e nostalgico scavo nel passato. Quello di un ragazzo d'oro che attraverso la contemplazione di suo padre approda alla scoperta di se stesso. Se il soggetto, quello del giusto erede che riesce ad apprezzare e a impossessarsi in modo autentico dell'eredità paterna, possiede un indubbio potenziale, la sua realizzazione è didascalica, farcita di simboli facili e di product placement, traboccante di massime e sentenze pronunciate in modo innaturale dagli attori. Non c'è intimismo nel modo di raccontare di Avati, il suo spazio narrativo è interamente esteriore eppure incapace di applicarsi ai corpi degli interpreti, ridotti come Sharon Stone a essere 'marchio' all'interno delle scene, una griffe annoverata tra un succo di frutta e una 500L.
Un ragazzo d'oro è un film che nega qualsiasi prospettiva interna, lasciando che i suoi personaggi navighino a vista sulla superficie e all'oscuro delle loro motivazione più recondite. Col rispetto che si deve all'autore emiliano e alla sua filmografia di buon rilievo spettacolare ed espressivo, di bonaria ironia e di spunti autobiografici, il cinema di Avati accusa da qualche tempo uno smarrimento e una perdita di poeticità. Perdita che impedisce la discesa a un livello più profondo e sottrae rilievo alla forma e al contenuto. Le nevrosi e gli attriti incarnati da Riccardo Scamarcio sono inerti, inadeguati a rappresentare anche un pensiero, un modo di stare al mondo, un'espressione dell'uomo.
Non c'è altezza in Un ragazzo d'oro, non c'è la trasformazione teorica in discorso filmico, in linguaggio umano. I personaggi in scena sono legati da copione ma slegati nella logica. Combinati in fase di scrittura dallo stesso Avati, sullo schermo sono sprovvisti di trattazione, incapaci di dare forma definitiva e consequenzialità alle proprie esistenze. Alla maniera de La cena per farli conoscere, Un ragazzo d'oro intreccia la riflessione sull'eclissi della paternità nel mondo contemporaneo e la denuncia delle patologie prodotte dalla società dello spettacolo. Se ieri a incarnare la disfunzione era Sandro Lanza, attore mediocre e vecchia star dei film di Corbucci che sognava di lavorare con Germi, oggi è uno sceneggiatore frustrato, a cui riesce il suicidio fallito dal Lanza di Abatantuono.
Ma se lì la regia di Avati era classica ed efficace, qui colpisce per la sua inconcludenza. L'incedere da fiction e gli attori che sembrano leggere le battute invece di recitarle fanno il resto: un cinema che incolla frammenti di realtà sulle note sovrastimate di Raphael Gualazzi. Un cinema che come il suo protagonista implode, non ha voglia di rinascere e di lasciarsi alle spalle memorie dolorose.

in sala

tutti i film in Svizzera

Età legale: 16/14


   
Kino bambi 14
 
14:20 D/d/f
 
14/12 J
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dettagli

varianti titolo:
Un ragazzo d'oro
Trama: © 2024 Morandini Film
Immagini: © 2024 Morandini Film




 
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Legenda delle categorie di età

10 (14) significa:
  età legale di ammissione 10 anni, età consigliata 14 anni.

L’età legale è ridotta di 2 anni per i bambini accompagnati da un genitore o tutore.